Il segretario di stato americano, Mike Pompeo, ha nominato Matthew Palmer come rappresentante speciale per i Balcani occidentali.
Proprio Palmer, che dal 1 settembre è in Slovenia per partecipare al Forum strategico di Bled, ha affermato che tra i suoi primissimi obiettivi c’è quello di riaprire il dialogo tra Kosovo e Serbia:
“Il mio obiettivo è quello di riportare Belgrado e Prishtina al tavolo dei negoziati il più presto possibile e ottenere un accordo.” – ha dichiarato il neo-rappresentante.
Il funzionario americano ha affermato di aver accettato l’incarico perché pensa che si possa raggiungere un accordo di normalizzazione delle relazioni tra il Kosovo e la Serbia, che trasformerebbe l’intera regione aprendo la strada europea ai due paesi e che sarebbe una cosa positiva non solo per la regione, ma anche per Europa e Stati Uniti.
“La risoluzione della questione del Kosovo è una delle più importanti nella mia agenda. Abbiamo questa opportunità e vogliamo approfittarne.
“Avremo le elezioni in Kosovo il 6 ottobre e in primavera in Serbia. Avremo l’opportunità di proseguire i negoziati tra le due date. Spero che entrambi i paesi approfittino di questa possibilità.” – ha proseguito Palmer, specificando come la controversia tra Kosovo e Serbia sia un obiettivo a breve termine per gli Stati Uniti.
L’ex vice-segretario aggiunto americano, inoltre, ha espresso l’auspicio che il prossimo governo kosovaro accetti i sospendere l’imposizione dei dazi doganali del 100% sulle importazioni serbe e che Belgrado smetta di fare pressioni su altri paesi affinché non riconoscano il Kosovo, per consentire il ripristino del dialogo tra i due paesi.
I rapporti tra Kosovo e Serbia
I fragilissimi rapporti tra Kosovo e Serbia si sono nuovamente incrinati lo scorso novembre quando il governo kosovaro ha imposto dazi sulle merci importate dalla Serbia per il 100% del loro valore. La decisione arrivò come conseguenza della mancata entrata del Kosovo nell’Interpol, che per il governo kosovaro fu il risultato delle pressioni dei serbi, contrari all’iniziativa.
Situazione che è successivamente degenerata negli ultimi mesi prima con gli scontri tra polizia kosovara e cittadini serbi della zona nord del Kosovo provocati dal raid ordinato dalla procura kosovara e finalizzato al contrasto della criminalità organizzata (tra cui anche agenti di polizia e doganieri), e poi con le dichiarazioni del primo ministro serbo, Ana Brnabić, che a fine maggio aveva definito i kosovari come “la peggior tipologia di populisti, persone che provengono letteralmente dal bosco”.