Il governo del Kosovo ha deciso di vietare la creazione di criptovalute in tutto il territorio nazionale per contrastare l’emergenza energetica.
La ministra dell’Economia del Kosovo, Artane Rizvanolli, ha affermato che la decisione si basa sulle raccomandazioni del comitato tecnico, istituito attraverso le misure di emergenza, per affrontare gli effetti negativi della crisi energetica globale.
“Tutte le forze dell’ordine fermeranno la produzione di questa attività in collaborazione con altre istituzioni competenti che identificheranno i luoghi in cui è in corso la produzione di criptovaluta”, ha aggiunto Rizvanolli in un post su Facebook.
Quest’attività, secondo quanto emerge, è particolarmente diffusa nel nord del Kosovo, popolato da una maggioranza serba che non riconosce le autorità di Pristina e si rifiuta di pagare le bollette elettriche. Secondo il quotidiano “Koha”, il nord del Kosovo sarebbe una vera e propria “miniera” di criptovalute poiché l’elettricità nei comuni del nord è stata pagata dal governo del Kosovo negli ultimi anni.
Lo scorso dicembre il governo ha dichiarato lo stato di emergenza per i prossimi 60 giorni, che gli consentirà di stanziare più soldi per le importazioni di energia ed eventualmente introdurre interruzioni di corrente.