“Il nome del presidente Rugova è radicato in ogni vena dello stato. Il volto dello Stato è lui” – dal discorso del Presidente del Kosovo – Vjosa Osmani
Una sciarpa di seta ben legata sopra la cravatta e lo sguardo rivolto verso un nuovo vento – quello dell’indipedenza della propria terra: Kosova.
Occhi che guardano lontano e parlano una lingua saggia, fino a definirlo il “Gandhi dei Balcani”, fino a riuscire a convincere l’opinione pubblica mondiale con il suo invito alla comunità internazionale a offrire protezione al Kosovo.
Ibrahim Rugova (Cerrcë, 2 dicembre 1944 – Prishtine, 21 gennaio 2006).
Politico e scrittore kosovaro, nonché il primo presidente della riconosciuta Repubblica Albanese del Kosovo (Republika Shqiptare e Kosovës). Ha studiato all’Università di Prishtine e Sorbona. Un leader che ha dedicato la sua vita alla resistenza non violenta dell’etnia albanese contro l’oppressione serba, portando avanti la lotta popolare per l’indipendenza dall’ex Jugoslavia negli anni tragici della disgregazione, dai quelli ‘90, alla guerra del ’99, all’elezione a primo Presidente di un Kosovo autonomo dalla Serbia e sotto controllo Onu.
Sarà lui a fondare nel 1989 la Lega democratica del Kosovo, il primo partito politico a sfidare il regime comunista, mentre nel contempo il leader jugoslavo Slobodan Milošević revocava lo statuto di regione autonoma del Kosovo e imponeva il controllo serbo.
Nel 1992 verrà eletto presidente di una repubblica riconosciuta solo dall’Albania, fondando in risposta alla successiva repressione da parte serba, un sistema di istruzione, sanità e imposizione fiscale per la popolazione di etnia albanese nel Kosovo, parallelo al sistema serbo. Ha insegnato letteratura, scritto dieci libri e presieduto l’Unione degli scrittori del Kosovo, svolgendo un ruolo cardine nella crescente opposizione dell’etnia albanese al dominio serbo in Kosovo. Per tutti gli anni Novanta era considerato il volto moderato e intellettuale dell’opposizione albanese al regime di Belgrado. Nel 1998, nonostante l’aggravarsi del conflitto armato tra Serbia e l’esercito di liberazione del Kosovo (KLA), un movimento di guerriglieri albanesi, che innescò una delle repressioni militare più brutale in Jugoslavia, fu eletto per un secondo mandato presidenziale.
Nel 1998, il Parlamento europeo gli conferisce il Premio alla “Libertà di pensiero” intitolato ad Andrej Sacharov, per il suo impegno a favore della resistenza pacifica alla violenza, premio il quale per Rugova rappresentava tutto il popolo del Kosovo, il riconoscimento della lotta pacifica e dei sacrifici. È rimanendo fedele alla sua opposizione non violenta al regime serbo ed esprimendo ripetutamente la sua disponibilità ad avviare il dialogo con Belgrado, che entrerà in contrasto il suo principale rivale politico Adem Demaçi.
Il 18 marzo 1999 firmerà in veste di capo dei negoziatori del Kosovo il trattato di pace di Rambouillet con l’intermediazione internazionale, ma il rifiuto di Belgrado di ratificarlo, porterà poi all’intervento della NATO e ai bombardamenti. Durante il periodo in cui il Kosovo era sotto l’amministrazione delle Nazioni Unite, lasciò il paese per un breve tempo per l’Italia, ritornando sulla scena politica kosovara, condividendo il potere con i leader KLA ormai a capo del partito democratico. Nel 2002, a tre anni dalla fine della guerra, divenne il primo presidente del Kosovo, nonché fondatore e guida del partito “Lega democratica del Kosovo“ (LDK, principale partito kosovaro).
Nel 2002 fu rieletto presidente e rimase fino negli ultimi giorni. Morì nella notte del 21 gennaio 2006 e fu sepolto secondo rito musulmano sunnita pochi giorni prima dell’avvio dei negoziati sullo statuto definitivo del Kosovo. Viene considerato come il «padre della patria», una patria di cui non vide l’esito finale, perché non fu lui a proclamare nel 2008 la dichiarazione di indipendenza del paese.
Oggi nel 16° anniversario della sua morte, il Presidente del Kosovo Vjosa Osmani lo ricorda come un uomo radicato in ogni vena dello Stato, come una guida, perché il volto dello Stato, è lui
“La mia visione è quella di avere un Kosovo indipendente e democratico, con una società politicamente tollerante e un’economia solida, integrata nell’Unione Europea, nella NATO e continuare le nostre buone relazioni con gli Stati Uniti d’America. l’indipendenza del Kosovo dovrebbe e sarà pienamente riconosciuta”.Ibrahim Rugova